Report dall'asilo di Mkoka

Abbiamo più di 50 bambini all’asilo di Mkoka, e quando sono arrivata erano solo 23. È un bel traguardo e i bambini aumentano ogni giorno.
All’inizio non è stato semplice: una delle classi era diventata la rimessa del granturco con all’interno più di cento sacchi di mais; abbiamo ripulito tutto e allestito una stanza per i giochi dove una volta alla settimana guardiamo un cartone animato.

Abbiamo avviato il nuovo progetto nutrizionale con le pappe prodotte dalla cooperativa di Kongwa fondata dall’Università della pace di Cuneo; abbiamo assunto Mama Sabina, una cuoca che si occupa anche di fare tutti i giorni le pulizie all’intera struttura.

Abbiamo fatto cucire delle nuove divise scolastiche e fatto un nuovo orario delle lezioni, seguendo il piano di istruzione governativo. Insegniamo ginnastica, matematica, scienze, norme igieniche, lingua swahili e inglese. I bambini si sentono studenti a tutti gli effetti e ora iniziano a mostrare i frutti degli insegnamenti di questi primi mesi di lezione.

Lo so che non bisogna mai avere dei preferiti, sono tutti stupendi, ma Tomaso e Jaklin li ho nel cuore più di tutti. Ricordo il giorno che una signora ce li ha portati, impolverati e senza scarpe, terrorizzati dalle maestre e dalla ragazza bianca che faceva loro troppe domande.
“Nostro padre è al manicomio, nostra madre è a casa a letto per la tubercolosi. Viviamo a casa della nonna che va a zappare tutti i giorni, e noi giochiamo per strada”.

Sono due bambini di strada, ma non nel senso brutto del temine; perché in Africa i figli di nessuno diventano i figli di tutti, figli della strada nella quale vivono, figli delle persone che per strada li incontrano, figli dei vicini che di loro si occupano.

Il primo giorno hanno mangiato quattro volte la porzione normale di Uji, e io e le maestre siamo rimaste sbalordite dalla loro fame. Ora sono diventati i cocchi della scuola, qualcuno ha regalato loro delle scarpe che ormai al figlio non andavano più, qualcuno dei vestiti, qualcuno un sapone, e ora arrivano a scuola puliti e con la loro nuova divisa, lavata stirata da non so chi.

Tomaso ogni giorno alla ricreazione viene in cucina per mostrare a me e Mama Sabina cosa ha imparato “vedi Dada Anna, oggi ho scritto ba be bi bo bu! “. La nonna è venuta a ringraziarci, ha visto i loro quaderni, ma non sa leggere.

L’entusiasmo dei bambini nel raccontare cosa fanno a scuola è bellissimo: è venuto a farci visita il responsabile dell’istruzione della zona, e mi ha detto “ho saputo che hai fatto vedere ai bambini il film di un bambino che è cresciuto nel bosco allevato dagli animali!”, uno dei nostri studenti gli aveva raccontato tutta la storia del libro della giungla.

Passando per il mercato, un signore mi ha detto che Tomaso ha raccontato della nostra stanza dei giochi, dove ci sono le bambole, le macchinette e i birilli. Tutti conoscono i nostri due studenti modello, che non hanno mai fatto un’assenza e che arrivano a scuola di corsa la mattina.